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My Own Private Pietà


“Perché si chiede sempre ai figli di essere Dio?”

Questa Pietà mi è stata ispirata dal film di Cristophe Honoré “Ma Mère”, che era liberamente tratto dal romanzo autobiografico di Georges Bataille. 
La bellissima fotografia della pellicola si rispecchia in questa immagine che, però, ritrae la governante e Pierre, il protagonista del film. Ho scelto questa posa, primo, per un motivo estetico e, secondo, perché Honoré ha voluto aggiungere il personaggio della governante – coetanea della madre e compassionevole sostituta della spregiudicata “Mère” – quasi a voler contrapporre l’innato spirito materno di questo personaggio
©Franck, "La Pietà", 90 x 70 cm, watercolor and soft pastels on light-blue paper, May 2006.  

"Ma Mère" by Christophe Honoré, 2004, photo on the set, Louis Garrel and Dominique Reymond.


Penso che la foto esprima tutto questo e quasi di più di quello che nel film traspaia.


Il romanzo di Georges Bataille e la sceneggiatura di Honoré giocano sul sacro: Pierre prega, cerca nella dissolutezza il disegno divino, nel rifiuto da parte della madre scopre i tormenti del martirio. Le scene del lido ricordano in modo impressionante le digressioni di Pasolini in “Teorema”, dove si citano brani della lotta fra Lot e l’angelo e, in fine, i vari personaggi prendono autocoscienza di sé e della propria libido. In una di queste scene fra le dune, Pierre pronuncia la frase che accompagna la mia Pietà.
©Franck, La Pietà, drawing in sanguine pencil, detail of Louis' face. 

Questo ritratto è in pastello su cartoncino colorato. Grazie alla tecnica della griglia, ho riportato in sanguigna la foto da un foglio A4, nelle dimensioni di 70x100 circa. Era la prima volta che riproducevo un gruppo, preferendo di solito concentrarmi su un solo soggetto per lavoro. Naturalmente maggiore attenzione è stata data al viso e al corpo di Louis/Pierre. In un primo momento avevo pensato di eliminare il personaggio della governante e concentrarmi su un nudo; ma subito mi sono resa conto che la sensazione dell’immagine, della sinergia fra i due soggetti sarebbe svanita in un esercizio di vuoto virtuosismo. Anche se lo schizzo risale all’inizio dell’anno 2006, ho accantonato l’idea per un po’. Era la prima volta che mi trovavo davanti un ritratto così grande, visto che quello precedente era di 60x70 – e con un fondo celeste, che crea dei problemi di scelta dei colori soprattutto per l’incarnato e i gialli. Ero pure in dubbio se cambiare i vestiti della governante – nell’originale, un’uniforme anni ’70 – e ritrarla come una vera Madonna, con velo e tunica sempre di colore ocra. Poi, ho deciso di uniformare il colore per non attrarre troppo l’attenzione sulla collocazione temporale degli indumenti. Ho preferito rimanere in un contesto universale ed eterno.

©Franck, Detail of Marthe in "La Pietà".



È colorato con matite pastello acquerellabili, ma non ho usato acqua. Sono partita dallo sfondo, tinto con colori a creta nero, blu, bianco. Ho colorato prima la figura femminile, sfruttando la durezza delle matite per i contorni, i capelli e i tratti definiti del viso; l’incarnato e gli abiti sono sfumati perché ho sfregato con le dita la polvere grattata dalle mine. 

Lo stesso è avvenuto per l’incarnato del nudo, reso più flessuoso dalla polvere. L’ultimo tocco è stata la luce sul corpo di Louis/Pierre che entra di traverso sul lato destro del ritratto.

 
©Franck, La Pietà, detail of the strip of Louis, 2006. 
Ho preferito lasciare evidente il fondo celeste del cartone, perché la foto ha un’atmosfera cerulea, ma volevo soprattutto che risaltasse sul corpo di Louis. Il celeste dà una sensazione mattutina e, nello stesso tempo, acquatica, come se l’intera scena fosse un acquario con un tritone disteso dentro che ti fissa dai suoi vetri.

©Franck, Detail of Louis' face, La Pietà .
  La contraddizione fra colori e forma: il riflesso celeste rende poi un’impressione di morte e freddo, a un nudo come quello di Louis morbido, tenero e flessuoso; tutto l’opposto del “rigor mortis” di molte Pietà antiche. Il celeste fa risaltare i rosati, come le labbra, mantenendo nonostante tutto il resto la sensazione di freschezza e vitalità data dall’età del protagonista.

Questo ritratto non mi appartiene più. 
L'ho portato in dono a Louis Garrel a Parigi, dove l'ho incontrato con mia sorella per lo spettacolo "BAAL", nell'Ottobre del 2006. Allora, Garrel ci ha rivelato che quella foto aveva un significato speciale per lui. Ricordava tutto del momento in cui era stata scattata. 
Era la prima volta che ci conoscevamo e negli incontri successivi con Louis, lungo gli anni, lui mi ricordava come "le design blue"...  :-) 

Il mio sogno è che Louis Garrel voglia posare dal vivo per dei ritratti! 
Questa sarebbe una bella ricompensa, non è vero? 

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