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| Schizzo di Nello © Franck, black biro pen on my sketchbook, 10x15 cm. Rome, April 2014. |
🇮🇹 Hai mai visto un miracolo? Io, sì. 😀
A me, non interessano il soprannaturale, gli effetti speciali o l'esoterico che prende il posto della vita. Io intendo per miracolo tutto quello che la razionalità e le conoscenze e i calcoli mentali non riescono a spiegare, quando ormai tutto è perso, ma la speranza sovverte l'intera realtà. Perciò per me i miracoli non sono vincolati alla religione, ma alla spiritualità della vita e della natura stessa, al di là di un credo.
Questo schizzo racconta un miracolo, quello della vita e della potenza della mente umana e di quanto l'arte possa essere custode di tutto l'impossibile.
Ho ritratto Nello, il mio papà, che stava guardando alla TV la sua terra che lui tanto amava, la Calabria in provincia di Cosenza. Si stava gustando la descrizione dei fichi Dottati e le leccornie che lui conosceva benissimo: fichi secchi, trecce di fichi, palle di fichi, crocette al forno con noci e mandorle, il miele di fichi... Questa produzione è talmente esclusiva della zona di Cosenza, che è un segreto per gli altri capoluoghi di provincia calabresi.
Il suo estasiato sguardo mi ha catturato e la mia consapevolezza che lui stava guarendo da un grave rischio di vita, mi ha spinto a ritrarlo sul mio sketchbook quella mattina. Armata di penna, i suoi tratti sono venuti spontanei, istantanei, senza badare agli occhiali troppo pesanti, alla posa, ma solo pensando alla contentezza che lui stava esprimendo e alla gioia della mia consapevolezza di vivere un miracolo.
Penso che lo stesso abbia sperimentato Claude Monet mentre dipingeva "Passeggiata". Un critico di allora avrebbe potuto obiettare sulla poca definizione della figura, quasi con i colori appena usciti dai tubetti, sulle ombre e i pochi dettagli di sartoria o, addirittura, sulla fisionomia affatto chiara. Eppure quando si guarda questo quadro o "Donna con parasole" di Monet, non si può che percepire la bellezza dell'istante e quasi riviverla attraverso le sue pennellate cariche sulla tela, con tutta la luce, la brezza e l'essenza della persona amata.
Le foto, i video, le canzoni e gli schizzi hanno il potere di prolungare e cristallizzare quella particolare emozione, riportando tutto a quell'istante. Trovo che il dono di un artista vada oltre alle nozioni di proporzioni e tecniche, è la consapevolezza di riuscire a catturare l'istante, di trasferire su una superficie la gioia del mio papà e il mio rendermi conto di vivere un miracolo.
A me, non interessano il soprannaturale, gli effetti speciali o l'esoterico che prende il posto della vita. Io intendo per miracolo tutto quello che la razionalità e le conoscenze e i calcoli mentali non riescono a spiegare, quando ormai tutto è perso, ma la speranza sovverte l'intera realtà. Perciò per me i miracoli non sono vincolati alla religione, ma alla spiritualità della vita e della natura stessa, al di là di un credo.
Questo schizzo racconta un miracolo, quello della vita e della potenza della mente umana e di quanto l'arte possa essere custode di tutto l'impossibile.
Ho ritratto Nello, il mio papà, che stava guardando alla TV la sua terra che lui tanto amava, la Calabria in provincia di Cosenza. Si stava gustando la descrizione dei fichi Dottati e le leccornie che lui conosceva benissimo: fichi secchi, trecce di fichi, palle di fichi, crocette al forno con noci e mandorle, il miele di fichi... Questa produzione è talmente esclusiva della zona di Cosenza, che è un segreto per gli altri capoluoghi di provincia calabresi.
Il suo estasiato sguardo mi ha catturato e la mia consapevolezza che lui stava guarendo da un grave rischio di vita, mi ha spinto a ritrarlo sul mio sketchbook quella mattina. Armata di penna, i suoi tratti sono venuti spontanei, istantanei, senza badare agli occhiali troppo pesanti, alla posa, ma solo pensando alla contentezza che lui stava esprimendo e alla gioia della mia consapevolezza di vivere un miracolo.
Penso che lo stesso abbia sperimentato Claude Monet mentre dipingeva "Passeggiata". Un critico di allora avrebbe potuto obiettare sulla poca definizione della figura, quasi con i colori appena usciti dai tubetti, sulle ombre e i pochi dettagli di sartoria o, addirittura, sulla fisionomia affatto chiara. Eppure quando si guarda questo quadro o "Donna con parasole" di Monet, non si può che percepire la bellezza dell'istante e quasi riviverla attraverso le sue pennellate cariche sulla tela, con tutta la luce, la brezza e l'essenza della persona amata.
Le foto, i video, le canzoni e gli schizzi hanno il potere di prolungare e cristallizzare quella particolare emozione, riportando tutto a quell'istante. Trovo che il dono di un artista vada oltre alle nozioni di proporzioni e tecniche, è la consapevolezza di riuscire a catturare l'istante, di trasferire su una superficie la gioia del mio papà e il mio rendermi conto di vivere un miracolo.
🇬🇧 Have you ever seen a miracle? I do. 😀
I don't bother about supernatural, special effects or that something esoteric which substitutes life.
I mean as miracle all that reason, notions and mind logic cannot explain, when all seems lost and, instead, hope subverts the whole reality. That's why for me, miracles are not limited by religion, but connected with spirituality of life and nature itself, going beyond one particular belief.
This sketch above deals with that kind of miracle, that of living and of the power of human mind and of how much art may be the guardian of what is considered impossible.
I portrayed Nello, my dad, while he was watching on the TV his dear birthplace, Cosenza and Calabria. He was enjoying the description of a special kind of figs, "Dottati", and some delicacy he knew very well: dried figs, prepared as braid, as tight balls, as little crosses stuffed with walnut and almond, and overall, fig honey... These products are such exclusive around the city of Cosenza, that it is even a secret for the rest of other Calabrian cities.
His thrilled look caught me and my mindfulness that he was healing after being in danger of life pushed me to portray him on my sketchbook, that morning. Armed with my pen, the lines of his figure comes spontaneously, by instinct, without bother to his bulky pair of glass, his pose, but minding only the joy he was feeling and the happiness from my mindfulness to live a miracle.
I think that Claude Monet could have experienced the same while he was painting "Promenade". Any art critic might have judged the bare definition of the figure, as if the colors were just squashed out of the tubes, some could have argued about shadows and the lack of dress details or, even, about no clear physiognomy. Although, when you look at that picture or at "Woman with a Parasol" by Monet, you can perceive the beauty of that instant and, nearly, you can feel the essence of the loved person through his brush strokes on canvas, with all that light, that breeze.
Photos, clips, songs and sketches have got the power to go on and on and to crystallize that specific feeling, holding back everything at that moment. I find that the art gift goes well beyond proportions and drawing skills, it is the consciousness of being able to catch the time, to transfer over a surface my dad's joy and my awareness to be witness of a miracle.
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